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sabato 23 giugno 2012

Perché nasce PrecariaMente


Siamo due precari che preferiscono non definirsi lavoratori poiché - oltre a considerare il fatto che definirsi tali richieda una presunzione e una fiducia nel futuro decisamente sproporzionate - quella del precariato non è una condizione che riguarda solo il rapporto di lavoro ma è uno stato che investe, allargandosi a macchia d’olio, anche il rapporto con la realtà sociale, con se stessi e, in alcuni casi, può limitare anche la sfera degli affetti. La conseguenza estrema di tutto ciò vuole il precario incastrato in una situazione di immobilità lavorativa, sociale e mentale che, almeno allo stato attuale delle cose, sembra non mostrare vie d’uscita.

Siamo due, ma possiamo essere contemporaneamente: impiegati, camerieri, baby-sitter, bibliotecari, insegnanti privati, venditori, portieri, addetti alle risorse umane, addetti al servizio di posta interna, educatori, sceneggiatori, etc.! Già, perché la suddetta immobilità corrisponde, paradossalmente, ad una forma, sempre meno considerata patologica e sempre più istituzionalizzata con il termine di flessibilità, di schizofrenia  lavorativa e pubblica per cui il precario è costretto, di fronte alla mancanza di lavoro, ad accettare qualsiasi proposta gli passi davanti, a qualsiasi condizione e prezzo.

Troppo tragico? No, il climax melodrammatico raggiunge l’acme della sua fatalità con quest’ultima disperata considerazione dal retrogusto esistenzialista - eccovi serviti: come se non bastasse, l’incertezza di un impiego duraturo, l’impossibilità progettare il futuro e la necessità di accettare quasi tutto, conduce ad una spersonalizzazione e ad una perdita delle proprie competenze che sviliscono e rendono precarie anche le nostre originali peculiarità.

La volontà di intraprendere l’avventura di PrecariaMente nasce prima di tutto dalla necessità di ritrovarci, di capire, nonostante il precariato, chi siamo e cosa vogliamo, perché dietro alla condizione di precari ci sono  storie, passioni che meritano e che hanno diritto di essere espresse, persone che meritano di realizzare ciò che è più affine alle loro capacità e alle loro conoscenze. 


PrecariaMente si offre come una piattaforma in cui ognuno può raccontare la propria esperienza di lavoratore precario, ma anche parlare delle proprie aspirazioni, di quello che vuol fare da grande o pubblicare il proprio vero curriculum vitae, quello che rispecchia le proprie capacità e competenze e non quello che abbiamo dovuto rendere congeniale alle svilenti richieste degli annunci delle offerte di lavoro.


Scrivete a: precariamentepisa@hotmail.it

Sara C. e Francesco C.

 
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