Siamo un gruppo di precari
dell’Università di Pisa che, dal luglio scorso, hanno avvertito la necessità di
riunirsi per comprendere meglio la dimensione e la situazione del precariato nell’Ateneo.
Le riforme che negli ultimi anni hanno
modificato profondamente l’assetto organizzativo e gestionale delle università,
la legge Fornero, la spending rewiew
e la recente riorganizzazione delle strutture dell’Università di Pisa, fanno sì
che la già incerta situazione dei lavoratori precari diventi ancor più critica
e nebulosa.
Attraverso la diffusione di un
questionario conoscitivo, fatto circolare limitatamente tra il personale a
tempo determinato per la difficoltà di individuare il personale con altre
tipologie di contratti a termine ( co.co.co., co.co.pro e partita iva), abbiamo
rilevato che, dal gennaio 2012 ad oggi, nell’Università di Pisa sono presenti
ben più di 120 persone con contratti a tempo determinato, la maggior parte dei
quali ha svolto servizio per periodi maggiori a 36 mesi.
Facendo un confronto tra le attività
previste dal contratto e le mansioni realmente svolte, abbiamo rilevato che,
anche nei casi in cui i contratti gravino su fondi relativi a progetti di
ricerca, i lavoratori precari svolgono mansioni che rientrano nella “normale
amministrazione” delle diverse strutture universitarie. Pertanto, non è
possibile affermare che i contratti a tempo determinato finanziati con fondi di
ricerca siano naturalmente limitati alla durata della ricerca stessa perché sappiamo
benissimo che l’attività oggetto del contratto è solo un pretesto per
permettere al dipendente di continuare a lavorare.
Di fronte alla pubblicazione del D.M. 22
ottobre 2012 n. 297, relativo alla determinazione del contingente assunzionale
delle Università statali per l’anno 2012, alla mancanza della pubblicazione del
piano triennale del fabbisogno di personale, all’approvazione, con delibera del
CdA n. 279 del 31 ottobre 2012 del fabbisogno di personale tecnico della
Direzione Edilizia ed alla scelta di non esercitare per gli anni 2012, 2013 e
2014 la facoltà di risoluzione dei rapporti di lavoro prevista dall’art. 72,
comma 11, della legge n. 133 del 2008, chiediamo
al Consiglio di Amministrazione di esprimere, in maniera chiara, in che modo
intende agire nei confronti dei
lavoratori precari. Di conseguenza, auspichiamo che l’Università, nell’intento
di deprecare il dilagare delle situazioni di precariato e il proliferare di
graduatorie e di nuovi interpelli, sia giudiziosamente intenzionata a trovare
delle soluzioni per garantire stabilità a chi, in questi anni, ha contribuito
con serietà e impegno, qualità rese palesi dai molteplici rinnovi e dalla
stipula di nuovi contratti, al funzionamento dell’Università di Pisa.
Coordinamento Precari Unipi