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sabato 20 luglio 2013

Precaria io? Ma se per il Governo Letta non esisto!

In questi ultimi giorni, parlando del decreto sul lavoro, ho sentito spesso definire il governo “miope”.

Dato che, essendo precaria, mi sento direttamente coinvolta quando si tratta di provvedimento in materia di lavoro e occupazione, ho pensato che fosse opportuno essere ben informata sulle misure previste dal decreto e, data la mia inesperienza in materia, approfondire la questione consultando le opinioni di chi, molto più esperto di me, ne aveva parlato. Ho letto molti articoli che cercavano, con atteggiamento imparziale, di far emergere i punti salienti, alcuni che provavano a dimostrarne la validità, altri che la valutano un intervento insufficiente e  inefficace e altri ancora che, a scanso di equivoci, preferiscono aspettare qualche risultato, positivo o negativo che sia.
Ma , prima ancora di entrare nel merito della riforma, il mio incontro/scontro con il nuovo decreto del lavoro non poteva che suscitare in me una fortissima delusione e un profondo senso di smarrimento: per il nuovo governo, in pratica, io non esisto! Altro che miopia: qui si tratta di cecità totale!
Non solo non esisto, ma considerati i requisiti previsti per essere beneficiari degli incentivi stanziati dal decreto – circa  le possibilità di risultare idonea per un’assunzione a tempo indeterminato o anche per un qualsiasi altro contratto - sono catapultata, senza paracadute, nella fascia di lavoratori precari del tipo “se li conosci, li eviti”.
Donna, 33 anni, laureata con 110/110 e lode, master di II livello, esperienza nel settore pubblico e in quello privato con un curriculum dignitoso, “accompagnata”, in piena salute e con alto rischio di gravidanza: praticamente un abominio per qualsiasi datore di lavoro in cerca di manodopera a basso costo! Pussa via brutta bertuccia!
Ma l’Enrico Letta che ha sfornato questo decreto legge non è per caso lo stesso che, pochi mesi fa, alla presentazione del suo programma di governo, ha dichiarato che la mancanza di lavoro è «la grande tragedia di questi tempi» e che sarebbe stata «la prima priorità di questo governo»? Forse lo confondo con quello che ha detto di voler assolvere Angelino Alfano per lo scandalo dell’arresto della Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Ablyazov, e della loro bambina!
Sul sito www.sbilanciamoci.info , ho letto un interessante articolo di Alessandro Sterlacchini, dal titolo “Decreto lavoro, miopia digoverno”, che vi consiglio vivamente di leggere non solo per la valutazione del decreto, che mi vede totalmente concorde, ma anche perché ci aiuta a farci un’idea del progetto e della mentalità che sta dietro alle soluzioni stabilite dal governo.

Dall’articolo:

<<In tutti i paesi avanzati le politiche pubbliche sono da tempo rivolte a incentivare gli investimenti delle imprese in ricerca, innovazione, conoscenza e capitale umano. Per il governo delle larghe intese invece le aziende italiane hanno bisogno di altro: lavoratori con basso livello di istruzione e macchine. Il governo Letta ha da poco varato il decreto lavoro preceduto dal decreto “del fare”. Oltre alla pochezza di risorse messe in campo, i due decreti condividono un altro più grave aspetto: quello di accentuare lo stato di arretratezza del nostro sistema economico. Con la scusa dell’emergenza, il governo rinuncia a interventi lungimiranti, incentivando invece le imprese ad assumere lavoratori che costano poco e acquistare macchinari. L’opposto di quello che dovrebbero fare le aziende di un paese avanzato nell’era dell’economia della conoscenza. L’aspetto sconfortante del decreto lavoro è che le agevolazioni per le assunzioni a tempo indeterminato riguardano i giovani sotto i 30 anni privi, addirittura, del diploma di scuola secondaria superiore. I laureati, infatti, le imprese italiane non li vogliono. D’altro canto, un diplomato costa di più di un giovane senza titolo di studio. L’obiettivo del governo è quindi quello di massimizzare i posti di lavoro con le poche risorse a disposizione. Poco importa che si tratti di mansioni a bassissima qualifica (siamo in emergenza, soprattutto nel Mezzogiorno). Poco importa che il messaggio inviato alle famiglie sia esiziale per il futuro del nostro paese (meno istruzione più opportunità di lavoro per i figli).>>


In conclusione, cosa ne penso della riforma sul lavoro del governo delle larghe intese? Per una lavoratrice precaria iscritta all’FLC, Federazione Lavoratori della Conoscenza della CGIL, rendersi conto che, come dice Sterlacchini, mentre in tutti i paesi avanzati le politiche pubbliche sono da tempo rivolte a incentivare gli investimenti delle imprese in ricerca, innovazione, conoscenza e capitale umano, in Italia si punta su lavoratori con basso livello di istruzione e macchinari è un’enorme delusione. L’esatto contrario di quello che dovrebbe essere. Ma, d’altra parte, io che ne so: non esito! E se per il governo la mia situazione non esiste e non è un problema, allora è proprio il momento di rimboccarsi le maniche!





domenica 21 aprile 2013

Precari della Conoscenza - Primi risultati


Presidio a Roma dei precari della conoscenza del 10 aprile: primi risultati per i precari.

Il Ministro Profumo riconosce la necessità di un aumento del finanziamento di tutti i comparti della conoscenza, ma restano aperte ancora molte incognite.

Leggi la notizia sul sito dell’FLC CGIL.



 
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