venerdì 2 agosto 2013

I doveri di un precario. Lo ammetto: ho inviato la mia candidatura a IKEA!

Ci siamo, anche a Pisa sbarca l’inarrestabile colosso IKEA. Un nuovo mastodontico store di quasi 34.000 mq che, per prima cosa, più che ispirare all’acquisto di divani, cucine e librerie a basso costo, fa pensare a nuovi posti di lavoro.
So che suona decisamente snob ma io l’ho sempre odiata IKEA! Odio quell’odore di compensato misto a colla che aleggia nei negozi e che, dopo dieci minuti di entusiasmo all’idea di un colorato shopping a basso costo, mi penetra nel cervello e mi fa venire la nausea. Mi innervosisco a montare quelle cavolo di librerie Billy che tutti mi dicono essere un gioco da ragazzi e che per me vuole dire impazzire per una giornata intera per ritrovarmi con la casa piena di trucioli, viti dall’aspetto enigmatico e tavolette  di legno sfasate. E odio quei prelibati biscotti svedesi, concentrato di burro e zucchero, che tutti non possono fare a meno di comprare e per il mio intestino intollerante al glutine rappresentano una vera e propria bomba atomica!
Ma, da precaria, porto costantemente dentro di me quel maledetto senso del dovere per cui rinunciare a sfruttare un’opportunità lavorativa che possa prevedere un contratto a tempo indeterminato provocherebbe un senso di colpa decisamente più intollerante del glutine!
Metto da parte tutta la mia ritrosia e il mio snobismo, accedo alla sezione “Lavora con noi” del sito www.ikea.com dove si spiega subito che candidarsi a lavorare per IKEA è semplicissimo:

1: Usa il nostro motore di ricerca per trovare il lavoro adatto a te.2: Inviaci il tuo CV, contenente tutte le informazioni più rilevanti, con una lettera di accompagnamento.3: Ti invieremo una notifica quando riceveremo la tua domanda e ti terremo aggiornato.

E’ facilissimo? Che problema c’è?

Quindi: primo passo, capire qual è il lavoro più adatto a me. Leggo le parole di Magnus Anderson - ma vuoi mettere lavorare per uno che si chiama Magnus? -, store manager IKEA Pisa:

“Abbiamo bisogno di persone schiette ed oneste che, come noi, abbiano la passione per l’arredamento e per i clienti, e che ci aiutino a diventare leader nel vivere la casa cogliendo la sfida di creare un nuovo punto vendita. Vogliamo persone che amino lavorare in gruppo per un obiettivo comune, che non abbiano paura di assumersi responsabilità , anche sbagliando, e che non smettano mai di chiedersi il “perché” delle cose. Abbiamo bisogno del contributo di persone flessibili e disponibili a lavorare quando il nostro cliente ha bisogno di noi e che siano ambasciatori dei valori e della cultura IKEA.”
Schietta, onesta, a cui piace lavorare in gruppo, disposta ad assumermi le mie responsabilità: fino ci qui, ci sono! Che non smettano di chiedersi il “perché delle cose”: questo mi capita un milione di volte al giorno … soprattutto se penso a nomi dei mobili IKEA! Persone flessibili e disponibili: queste richieste mi rendono sempre terribilmente sospettosa e contrariata. ”Che siano ambasciatori dei valori e della cultura IKEA”. Della cultura IKEA? Ma cos è la cultura IKEA? Vabbè, preferisco glissare, almeno per questa volta, e non chiedermi perché, convincermi che sono proprio un ignorante e che è un problema mio se, nel 2013, ancora non conosco la cultura IKEA!

Per documentarmi leggo la sezione dedicata ai valori dell’azienda: Umiltà e forza di volontà; Leadership attraverso il buon esempio; Avere il coraggio di essere differenti; Collaborazione ed entusiasmo; Attenzione ai costi; Desiderio continuo di rinnovamento; Assumersi e delegare le responsabilità.
Allora, o vomito o la pianto di fare le manfrine e invio questo maledetto curriculum vitae!
Bene, faccio mia la frase “Incoraggiamo i collaboratori a sfruttare il proprio potenziale e a superare le aspettative. Bisogna anche essere capaci di imparare dai propri errori” e invio la mia candidatura. Ora non mi resta che aspettare la notifica e tutte le informazioni sul da farsi.


Che dire: vi farò sapere!


 
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