Se siete
tra i precari “fortunati” che prima di perdere un lavoro sono riusciti a
maturare i requisiti per la richiesta dell’indennità di disoccupazione, dopo
circa due mesi dalla dichiarazione dello stato di disoccupazione, dovrete
recarvi al centro per l’impiego per sottoporvi al cosiddetto colloquio di orientamento.
Presentarsi
al colloquio è fondamentale per continuare a percepire l’indennità di
disoccupazione (la mancata presentazione senza un motivo giustificato prevede
la sospensione del pagamento), ma, come tengono a sottolineare gli impiegati
del Centro per l’Impiego, l’importanza e il senso del colloquio non è tanto il
mantenimento della disoccupazione (…e se pensiate che sia così siete solo una
massa di bamboccioni fannulloni e un po’ choosy
che bivaccano sul divano alle spese dello Stato!...), ma la stipula del “patto
di servizio integrato” (D.Lgs. 297/02 e Reg RT n. 7/04).
Che
cos’è il patto di servizio integrato? E’ un documento cartaceo, sottoscritto
dal cosiddetto orientatore e dal disoccupato, in cui entrambe le parti si
impegnano al compimento di azioni rivolte all’inserimento lavorativo e/o alla
partecipazione ad un percorso formativo.
In
particolare il Centro per l’Impiego si impegna ad offrire i seguenti servizi:
- accoglienza
del lavoratore/disoccupato
- illustrazione
del percorso/progetto e degli obiettivi che si vuole raggiungere
- consulenza
per l'analisi e l'individuazione dei bisogni professionali, anche a partire da
una rivisitazione dello storico professionale
- costruzione
di un piano di azione individualizzato, che diventa parte integrante e
sostanziale dello stesso Patto. Il Piano deve prevedere le disponibilità della
persona nei confronti di proposte formative e/o lavorative, esplicandone anche
le motivazioni. Fra i servizi si possono prevedere: colloqui di orientamento,
tirocini o w.e., voucher per la partecipazione a percorsi formativi, colloqui
di inserimento in azienda, candidature ad offerte di lavoro
- consulenza
per stesura di c.v.
- consulenza
per la preparazione a colloqui di selezione
- consulenza
per l'analisi di un'idea di lavoro autonomo, verifica del business plan,
collaborazione al progetto di avvio d'impresa, consulenza sui finanziamenti per
il sostegno alla creazione d'impresa
garanzia
di riservatezza delle informazioni ricevute e dei percorsi concordati, fatti
salvi gli scambi di informazione con altri servizi pubblici che partecipano
allo sviluppo del progetto
Il
disoccupato si impegna invece a:
- sostenere
il colloquio con l'operatore del CPI per definire il bisogno e iniziare a
definire ed impostare il Piano di azione individualizzato
- partecipare
agli incontri, ai colloqui, ai progetti e percorsi definiti precedentemente con
l'operatore e facenti parte del Piano di azione individualizzato
- candidarsi
per gli annunci di lavoro compatibili con il proprio profilo professionale,
anche con il supporto consulenziale dell'operatore del CPI
- sostenere
eventuali colloqui di inserimento/selezione con aziende selezionate dal CPI
- comunicare
entro 24 ore all'operatore del CPI: situazioni, fatti o motivazioni che
impediscono la partecipazione della persona al servizio proposto dal CPI;
cambio del domicilio; accettazione di un'offerta di lavoro, anche se a tempo
determinato; partecipazione ad un percorso formativo
- leggere
ed accettare le modalità di svolgimento del Piano, le regole del Patto e le
eventuali sanzioni e conseguenze derivanti dall'inosservanza di quanto
concordato.
Devo
ammettere che il mio “orientatore” era una signora piacevole, competente e
rassicurante che mi ha dedicato quasi un’ora di tempo e non solo mi ha
gratificato lodando il mio curriculum
vitae e affibbiandomi competenze e capacità che neanche sapevo di avere ma, per almeno tre quarti d’ora di tempo, mi ha permesso di gongolarmi in un
favoloso mondo fatto di datori di lavoro generosi, possibilità di
crescita, validi corsi di formazione, realizzazione delle proprie aspirazioni e
dimostrazione delle proprie capacità. Quasi quasi, quando finalmente ho firmato
il mio ambizioso patto di servizio integrato, avrei voluto rimanere ancora un
po' accoccolata nella poltroncina color arancio e crogiolarmi in quel
promettente e florido Pleasantville ricco di opportunità. Ed anche se, nonostante il mio tergiversare,
la gentile orientatrice mi ha dovuto liquidare dicendomi –“Mi sembra che
abbiamo detto abbastanza”-, ho deciso che non voglio affatto concludere con il
mio solito sproloquio sull’inefficacia e l’inadeguatezza dei sistemi di
reclutamento, e vi lascio in un wonderful
world: