Siamo stati storditi con gli effetti speciali emessi dalla
retorica del sapere del nuovo governo tecnico ed inebriati dai claims equità,
liberalizzazioni e patrimoniale – quest’ultima proposta persino da Confindustria – siamo stati dapprima riportati alla realtà con la riforma pensionistica – gli
esodati ancora ringraziano – e l’Imu; infine, la realtà è diventata un po’ più
grigia a causa della riforma del lavoro targata Fornero - che se da una parte
limiterà gli abusi riguardo ai contratti a progetto e alle partita Iva, dall’altro
non incentiva in alcun modo le imprese ad assumere e, ancor peggio, permette
di liberarsi dei subordinati antipatici, liquidandoli con al massimo
ventiquattro mensilità.
Eppure, niente ci apparirà tanto desolato come al momento in
cui il famigerato e sinistro ddl stabilità vedrà la luce. Il ministro Grilli
dovrà prima o poi ammetterlo che si sta divertendo un sacco perché altrimenti desterebbe dubbi, circa le sue
competenze, il testardo tentativo di far apparire un bastone dalle proporzioni
gargantuesche una carota. E’ vero, i due scaglioni più bassi (entro i 15000 € la nuova aliquota stabilita è del 22% ed entro 28000 € quella del 26%) avranno
un taglio dell’Irpef che si concretizzerà – udite, udite – in, al massimo, 280
€ annue per il reddito di 28000 €. E’ probabile che gli italiani non abbiano
tasche sufficientemente capienti!
A fronte di questo risparmio quasi irrisorio,
si prospetta un aumento di un punto percentuale dell’IVA e, conseguentemente,
un probabile rincaro dei consumi che inciderà sui risparmi non solo delle due
fasce di reddito agevolate dalla riforma ma anche delle altre.
Democraticamente. Se non bastasse, ecco le orride franchigie sulle detrazioni e
sulle deduzioni per le spese previste dagli articoli 10 e 15 del Tuir, a parte
talune eccezioni come le spese per servizi di interpretariato dai soggetti
riconosciuti sordomuti o le erogazioni liberali per il sostentamento del clero
e della Chiesa cattolica, giacché si rischia che il Vaticano con tutto l’Imu
che (non) pagherà si ritrovi in braghe di tela.
Dunque, per portare esempi concreti, si potrà cominciare a detrarre
dalle imposizioni trattenute, Irpef e Addizionali, il 19% delle spese mediche
sostenute durante l’anno solo a partire da un centesimo oltre le 250 €, come
ugualmente avverrà per gli interessi passivi sui mutui per l’acquisto della
prima casa o ancora per le assicurazioni vita, le spese per l’istruzione dei
figli e sportive. Inoltre, è stato posto un tetto massimo di 3000 € - da cui
sono esclusi i redditi inferiori ed eguali a 15000 € (ma tanto sono per la stragrande maggioranza incapienti e quindi non saranno avvantaggiati in nessuna maniera) – sulle spese
detraibili che condurrà ad un saldo massimo di 570 €.
Se questo governo vuole combattere l'evasione, direi che
ha sbagliato totalmente la strategia da adottare.