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venerdì 10 agosto 2012

Errore di ridondanza ciclico


Mi ricordo, un paio di anni fa, Fausto Bertinotti, ospite del programma televisivo Che tempo che fa, che, intervistato dal conduttore Fabio Fazio, elencava con sussiego – e con tutto l’arsenale da intellettuale dispiegato: dalla sua erre labiodentale, alla giacca di velluto con le toppe sui gomiti – gli incarichi ricoperti dopo essersi dimesso dalla politica istituzionalizzata – o stipendiata, scegliete pure il predicato che preferite – che andavano da docente di diritto, a presidenze di vario genere. Ora, immaginando che il compagno Fausto non possieda  l’altruistica vocazione del volontario, tutte queste funzioni saranno parcellizzate e si cumuleranno col reddito prodotto dal vitalizio che spetta ai politici di lungo – o anche brevissimo – corso, senza contare le indennità che renderanno meno preoccupante la vecchiaia di un presidente della Camera.

La Fornerina, senz’altro Silvia Deaglio mi permetterà l’affettuoso vezzeggiativo, figlia dell’impetuosa Elsa – la immagino madre incostante: frignona mentre impartisce severe punizioni e impassibile mentre sentenzia che i diritti dei figli vadano conquistati – ha due lavori, proprio mentre in Europa si registra il più alto tasso di disoccupazione dell’ultimo decennio: docente all’Università di Torino e responsabile della ricerca presso la HuGeF, una fondazione attiva nel campo della genetica, genomica e proteomica umana. Il curriculum e le referenze parlano per lei, se non fosse che l’università è la stessa dove insegnano i genitori e la Human Genetics Foundation è stata creata dalla Compagnia di San Paolo quando Elsa ne era vicepresidente. 
E se non fosse che recentemente il precariato ha investito anche i Normalisti, nonostante il loro curriculum non sia da meno.


Un anno fa L’Espresso pubblicava il caso, davvero tutto italiano, di politici che percepivano indennità da due o più incarichi. Si contano una trentina, abbondante, di sindaci, dodici presidenti di provincia, quattro assessori e cinquantaquattro consiglieri comunali che continuano stare comodi pure sulle poltrone di deputato o senatore. O viceversa.

Il primo esempio ci racconta di un individuo della schiatta sempre più esclusiva, grazie ad Elsa, dei pensionati d’oro che non riesce ad abbandonarsi all’idea di lasciare ai giovani maggiore spazio magari limitandosi, in disparte, a concretizzare il proverbio dar consigli è proprietà dei vecchi, i fatti sono dei giovani. La seconda riesce, col proprio esempio, a contraddire lo zio Mario intorno ai concetti di equità e monotonia. Il terzo capoverso ci parla di una casta tesa ad accumulare piuttosto che amministrare. L’Italia è dunque un paese per vecchi – che oscilla inquietantemente tra baronismo e gerontofilia; vi ricordate la fotografia che ritraeva Monti ed il primo ministro finlandese? -, per raccomandati e nel quale la distribuzione della ricchezza è profondamente squilibrata


Monti e suo nipote? No, è un collega



Eppure, parafrasando le parole di Shylock  ne Il mercante di Venezia di Shakespeare verrebbe da chiedersi se tutti gli uomini siano eguali o se solo ad alcuni sia dato sacrificarsi maturando pensioni bassissime e rendendo più competitiva la nazione, agli occhi degli investitori, con il precariato sempiterno, per risolvere questo momento di crisi.


Francesco C.

Ma un ebreo non ha occhi? Un ebreo non ha mani, organi, misure, sensi, affetti, passioni, non mangia lo stesso cibo, non viene ferito con le stesse armi, non è soggetto agli stessi disastri, non guarisce allo stesso modo, non sente caldo o freddo nelle stesse estati e inverni allo stesso modo di un cristiano? Se ci ferite noi non sanguiniamo? Se ci solleticate, noi non ridiamo? Se ci avvelenate noi non moriamo?



martedì 7 agosto 2012

Giustizia per sei precari del Comune di Pisa


Il Tribunale ha condannato il Comune di Pisa al rimborso di altre centomila euro a sei precari che - dal 2000 al 2008 - hanno lavorato all’interno dell’amministrazione comunale con contratti co.co.co. o contratti fiduciari.

I sei lavoratori, che non avevano potuto partecipare alla procedura di stabilizzazione del 2007 - in quanto, secondo il Comune di Pisa, assunti su chiamata nominativa da parte del gruppo politico per cui avrebbero svolto mansioni di assistenza consiliare - hanno dimostrato che in realtà svolgevano compiti di informazione, comunicazione e supporto all’attività istituzionale del Consiglio Comunale e dei consiglieri che non prevedono un rapporto fiduciario. In sostanza, è stato rilevato che i sei co.co.co. si comportassero obbedendo ai doveri ed ai diritti espressi da un contratto di lavoro subordinato. E, dunque, lo scarto tra le due tipologie di contratto verrà versata dal Comune di Pisa in forma di risarcimento.

Uno spettro si aggira per la pubblica amministrazione, lo spettro dei co.co.co.

venerdì 3 agosto 2012

Vigili del Fuoco e precariato


Ci chiamano Discontinui o Volontari ma siamo Vigili del Fuoco a tutti gli effetti. Lavoriamo fino ad un massimo di 160 giorni l’anno sopperendo alle carenze di organico nel Corpo e siamo preziosi in caso di gravi calamità.
Mi chiamo Francesco Simonini vivo a Pisa ed ho iniziato questa professione subito dopo essermi diplomato nel 2000 all’età di 18 anni. Ho iniziato per caso, perché mi stavo informando dove potevo svolgere il servizio militare dato che rientravo in quella fascia di ragazzi che hanno dovuto obbligatoriamente svolgere il servizio di leva.
Adesso ho 30 anni, circa 1100 giorni di servizio molti dei quali svolti nel comando di Pisa ma sono stato anche impiegato più volte nelle calamità come nel terremoto dell’Aquila. Il mio stato di servizio vanta diversi elogi per il lavoro svolto ma ultimamente l’Italia è diventata una nazione dove i meriti contano ben poco.
Basti pensare alla graduatoria di stabilizzazione di cui faccio parte, graduatoria misteriosamente interrotta. Infatti con la legge del 27 dicembre 2006, n. 296, recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007), all’articolo 1, comma 526, si prevedeva l’avviamento anche per il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco la stabilizzazione dei rapporti di lavoro del personale Discontinuo/Volontario, in possesso dei requisiti per la stabilizzazione. Requisiti da possedere entro il quinquennio di stabilizzazione deciso dalla legge 296/2006 e cioè almeno tre anni di iscrizione all’albo del personale Discontinuo/Volontario ed aver effettuato non meno di centoventi giorni di servizio. Quinquennio che partiva dalla data del 01/01/2002 al 01/01/2007. Questa graduatoria, recentemente prorogata fino al 31/12/2014 è formata da 6080 discontinui, 3240 sono stati convocati dall’ Amministrazione Centrale ad espletare i criteri di selezione e di questi sono circa 2000 quelli in regola con i requisiti di idoneità richiesti e regolarmente assunti. Da sottolineare  che il primo in graduatoria risulta avere  gli stessi diritti dell’ultimo, le differenze sono da ritrovare esclusivamente dall’anzianità di servizio e dai giorni di servizio effettuati.

Nel corso del 2008  è stato emanato un nuovo concorso pubblico per 814 posti nella qualifica di Vigile del Fuoco aperto a tutti per modo di dire visto che il 45%  dei posti messi a concorso risultava essere  riservato al personale proveniente  delle forze armate, un 20% al personale civile del CNVVF e solo un 25% al quel personale che quotidianamente vive nelle caserme e garantisce il soccorso alla popolazione unitamente alla componente permanente. Attualmente l’Amministrazione  Centrale dei Vigili del Fuoco sta assumendo solo da quel concorso, ignorando completamente il personale già formato inserito in graduatoria di stabilizzazione.

Per porre fine a tutti i soprusi che il personale Discontinuo/Volontario del Corpo sia esso collocato in graduatoria di stabilizzazione o in nessuna di esse, e per  far valere i nostri diritti è nata una Federazione denominata FNC VVF, Federazione della quale il sottoscritto è  Coordinatore nazionale.
La FNC Vigili del Fuoco  nasce con il fine di promuovere progetti di riforma condivisi , conformi ai criteri di efficacia ed efficienza, in attuazione dei principi di buon andamento e risultato della P.A.
svolgendo azione di stimolo e sensibilizzazione per tutta la componente politica, istituzioni ed OO.SS. di categoria.
Cosi, dopo varie riunioni grazie anche al prezioso supporto del sindacalista Pisano della UIL Mario Gaddini, il 27 gennaio 2011 sono stato eletto ad unanimità portavoce FNC per il comando di Pisa. Mario Gaddini è stato promotore di un ricorso per noi discontinui presso il Tar del Lazio atto a riconoscere i diritti dei colleghi Discontinui. Fondamentale per il proseguimento del nostro percorso  è la collaborazione con un ex sindacalista CGIL e CR dei Vigili del Fuoco oggi in quiescenza Antonio Dell’Omodarme.
Per avere un po’ di visibilità e abbiamo manifestato e manifestato, a Roma davanti Montecitorio, ad Arcore davanti a casa dell’ ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi il quale il 4 aprile 2011 ci ha anche consentito di varcare i cancelli della Sua villa per ascoltare le nostre istanze e farsi portavoce per trovare una seria soluzione ma ad oggi nulla!, in varie trasmissioni televisive e sul web sfruttando “nel bene” i vari social network. La FNCVVF ha tra mille difficoltà  anche un sito internet, www.fncvvf.it . Lo stesso risulta essere  molto seguito sia nella parte della Home Page dove inseriamo tutti le notizie degli incontri svolti e delle notizie che ci pervengono e di una parte Forum  dove tutti gli utenti registrati possono intervenire per uno scambio di opinioni o per cercare delle semplici risposte ai loro quesiti.

Io stesso gestisco una pagina Facebook dei  VVF precari di Pisa raccogliendo, in poco più di un anno,  2400 adesioni e dove ogni giorno precari ma anche genitori preoccupati per il destino dei propri figli vengono a porre  domande sul futuro dei loro ragazzi. Cosi siamo  cresciuti vertiginosamente ed alle nostre iniziative aderiscono precari da tutta Italia  grazie al lavoro costante della FNC e del suo Presidente Matteo Zoppi che con il suo operato ha saputo far espandere quella che oggi è una Federazione e che solo fino a pochi anni fa era invece un comitato provinciale. Alle nostre manifestazioni ci siamo sempre distinti per il nostro comportamento corretto e pacifico, fino a quando la politica finalmente non ha iniziato ad ascoltare le nostre istanze.
Il 17 Giugno 2011, incontro l’on. Walter Veltroni e gli consegno una lettera con scritto tutte le problematiche inerenti alla nostra situazione. Dopo qualche giorno mi richiama e mi pone in contatto con il giovane Luca Di Bartolomei responsabile del nuovo forum della sicurezza. Secondo Veltroni ci sono i presupposti per provare a far qualcosa.
Il 1 marzo 2010 vengo convocato a Montecitorio al forum della sicurezza del PD come rappresentate Nazionale dei precari dei vigili del fuoco. Visibilmente emozionato Illustro davanti ai ministri e vertici del corpo un progetto di riforma del corpo nazionale a nome dalla FNC. Per la prima volta i vigili del fuoco vengono rappresentati da un precario. La riforma viene pienamente condivisa dal Partito Democratico e il Pd prende come impegno politico di risolvere la situazione e Ettore Rosato ne ha la delega.

Con il cambio di governo i nostri rapporti con i vertici del Ministero  dell'Interno sono diventati sempre più costanti e nel recente mille proroghe è passato un emendamento in nostro favore che proroga la nostra stabilizzazione. Questo è stato frutto dell’insistenza dell’On Ettore Rosato che ha sempre creduto nel ruolo svolto all’interno del CNVVF dei Vigili Discontinui . Anche se rimane un gran risultato la sola proroga non è sufficiente a consentire nuovamente il proseguo della graduatoria vista ad oggi la mancanza dei finanziamenti.
Per combattere questa forma di precariato la FNC si è convenzionata con A.L.Vi.P. (associazione lavoratori vittime del precariato) che ha provveduto a presentare dei ricorsi contro l’amministrazione. Le prime sentenze sono andate tutte in nostro favore dando ai lavoratori in prima istanza un risarcimento pari a 15 mensilità, ma visto che l’Italia è una nazione di furbetti ha ben pensato di esserlo anche lo Stato che  per non perdere si è divertito a modificare in suo favore  le leggi, inventandosi  un articolo della legge stabilità 2011 emanata lo scorso novembre dove sancisce che i richiami in servizio del personale Discontinuo/Volontario del Corpo non costituiscono rapporto di impiego con l’Amministrazione. Loro cambiano le leggi e noi cambiamo i ricorsi. Lo so, può sembrare una battaglia persa, perché noi siamo precari, siamo l’ultima ruota del carro come si dice a Pisa. Ci battiamo per i nostri diritti, contro lo Stato che invece ci dovrebbe tutelare.

Recentemente è stato  vinto anche un ricorso riguardante il pagamento del  TFR, perché sembrerà strano ma anche su questo lo Stato “Amministrazione Vigili del Fuoco” faceva e fa il furbetto. Ricorso che sia in prima istanza ed in appello ha dato ragione al collega ricorrente.

Un'organizzazione che alcuni esperti hanno definito straordinaria e messa in piedi a costo zero. Molti di questi ragazzi li ho conosciuti personalmente, altri non li ho nemmeno mai visti e lavorano a questo progetto da più tempo di me. Siamo un gruppo di persone che agisce in squadra coordinati da una struttura gerarchica, ognuno di noi ha un ruolo, un grado, un compito. Facciamo tutto questo perché amiamo il nostro lavoro, amiamo il paese dove viviamo, quindi ci sembrava giusto fare un ultimo tentativo per cercare di salvare la situazione di migliaia e migliaia di giovani lavoratori. Finora il mio cammino non è stato affatto semplice, ho incontrato persone senza scrupoli, e nonostante tutto abbiamo sempre cercato di istaurarci un dialogo, un rapporto. Ma per fortuna al mondo ci sono anche persone perbene, come la senatrice Franca Biondelli, l’On. Paolo Fontanelli che mi segue a Pisa, l’On. Marianna Madia che si è interessata alle nostre problematiche e da subito l’abbiamo sentita vicina in quanto nostra coetanea e pronta a salvare la nostra generazione.

Francesco Simonini - Coordinatore FNC VVF

RSU Pisa informa

Care/i colleghe/i,

mi pare opportuno informavi di quanto emerso nell'ultima riunione con la parte pubblica, svolta il 27 luglio. Fra i vari argomenti trattati, abbiamo posto la questione dei tempi
determinati e degli esternalizzati.

Sugli appalti di esternalizzazione, il Direttore amministrativo ha confermato che non dovrebbero esserci riduzioni né per i servizi di portierato né per quelli svolti nell'ambito bibliotecario.
Sui tempi determinati il discorso è più lungo e complesso.
In un primo tempo, la parte pubblica si è trincerata dietro il discorso che i tempi determinati lavorano su singoli progetti di ricerca e sono assunti per svolgere attività a questi legate.

Quindi finito il progetto, finito il contratto.

Abbiamo fatto presente che non è possibile affrontare in questi termini il discorso. Sappiamo tutti che molti colleghi lavorano da anni (decenni!) all'Università è che il progetto è solamente l'escamotage per garantire loro di continuare a lavorare.
Per questo è necessario evitare il moltiplicarsi delle graduatorie, garantire un pesante riconoscimento del servizio svolto negli anni, dare certezze in materia di reclutamento.

Pare che alcune esigenze siano condivise anche dalla parte pubblica.

Staremo a vedere.

Buone ferie

Simone Kovatz - RSU Università di Pisa

martedì 31 luglio 2012

La ricerca di un nuovo lavoro


Ovvero, Le mirabolanti avventure della Baronessa di Munchhausen

La data di scadenza del mio contratto di avvicina e, come se fino ad ora non lo avessi fatto, è tempo di darsi da fare: di guardarsi attorno, rinunciando un poco alla pompa che apparterrebbe alla noblesse oblige.
Ebbene, ho deciso che inizierò una ricerca a tappeto sul territorio pisano per capire, in prima persona, cosa offre il mondo di oggi ad una precaria, non più troppo giovane, ma laureata e qualificata.

Ho deciso di chiamare queste mie catàbasi che - per vostra gioia e brama di conoscenza - condividerò, Le avventure della Baronessa di Munchhausen, in onore del Barone di Munchhausen dei racconti di Rudolf Erich Raspe che, da bambina, adoravo.

Orbene, popolo di precari, vi vado a raccontare la prima avventura dell’indomita, risoluta e, ovviamente, bella... - scopro con orrore che il maschilismo aristocratico mi ha privata del femminile di rampollo - ereditaria di Munchhausen che, senza contratto e senza macchia, si batte contro il lutulento e irriducibile golem del precariato.


Da Le avventure della Baronessa di Munchhausen, PrecariaMente presenta:

I corsi professionalizzanti della Provincia di Pisa

Tra gli innumerevoli pregi della Baronessa di Munchhausen c’è sicuramente l’umiltà: nonostante il suo curriculum vitae possa vantare un lungo e pedante elenco di esperienze formative, lauree e conferimenti di qualifiche professionalizzanti, lei non pensa mai di sapere troppo - a guisa di Socrate - ed è così che decide di partecipare alla selezione della Provincia di Pisa per un corso di formazione in Gestione ed amministrazione del personale, realizzato attraverso il partenariato tra il COPERNICO scarl e il Cescot Toscana Nord

Il bando dice:

“Il progetto è volto a sostenere l’innalzamento dei livelli di qualificazione e professionalità mediante una strategia di apprendimento permanente dì finalizzato all’inserimento lavorativo, volto ad ampliare, anche attraverso incentivi, l’accesso e la permanenza degli individui nei percorsi di apprendimento lungo l’arco di tutta la vita”.

Ora, se state leggendo pubblicamente quest'operetta assisi entro un salotto sofisticato ma mondano, il vostro tono dovrebbe emulare - per accrescere di pathos le parole seguenti - quello della voce narrante di Fantozzi. E così la baronessa decide di partecipare. 

La scadenza del bando è il 26 giugno, la selezione per l’ammissione il 24 luglio.
La selezione prevede, prima di tutto, un test a risposta multipla per la verifica delle competenze informatiche, dopo il quale verrà stilata una graduatoria di cui solo i primi 50 candidati accederanno al colloquio orale.

La baronessa si accomoda nell’aula dove verrà effettuato il colloquio: è curiosa e si guarda intorno, squadra le persone dalla testa i piedi e - quale Michele Apicella del film Bianca di Nanni Moretti - cerca di capire, dalla maglietta, dalla minigonna o dalle scarpe, che idea vorrebbero dare di loro ai selezionatori. E che cosa penseranno, i popolani, della baronessa?

La baronessa supera brillantemente l’elementare - quasi un’offesa alla sua nobile intelligenza - test di informatica ed ora non le resta che attendere le 16 per il colloquio. Nella sala d’aspetto sbircia le pubblicità delle altre offerte formative: fabbro, collaboratrice domestica, corso in tassidermia.  Perdincibacco, tassidermia?
Il colloquio è un tripudio di complimenti per la cultura, le esperienze pregresse e gli studi della baronessa: addirittura, l’ardito psicologo del lavoro, si lascia sfuggire un complimento per gli occhi sorridenti ed espressivi della giovane pulzella che ormai si vede nel gruppo dei 12 che saranno ammessi al corso di formazione. Addirittura, un altro ceffo si permette di dirle che il dialogo è, invero, alla pari e - dicendolo quasi costernato - vorrebbe evitarle l'esperienza di un corso da passare spalla a spalla con undici plebei.

E invece, ahimè, che delusione scoprire che la tanto grandemente lodata preparazione della baronessa di Munchhausen, orgoglio e punto forte delle sue avventure contro la lotta al precariato, è stato proprio ciò che l’ha tradita: esclusa perché troppo qualificata! Oltre all’oltraggio anche l’umiliazione pubblica: esima!

Vabbè, dov’è che ci si iscrive per la tassidermia?


La Baronessa



venerdì 27 luglio 2012

Pubblicamente umiliat… laureati



Già da qualche giorno stavo rimuginando su quanto sia umiliante essere laureato. Mi spiego meglio: girovagavo in rete e mi sono soffermato a leggere il blog di Francesca Coin su Il Fatto online, scoprendo che, in passato, il consorzio Enfapi ha posto per le strade un manifesto che rappresentava il destino che, secondo qualche stratega della comunicazione, sarebbe dovuto spettare ad un giovane laureato e ad un giovane professionista sprovvisto di eguale titolo di studio. Il primo è chiaramente – per usare un termine tanto caro alla retorica politica di questo periodo – uno sfigato, il secondo invece trasuda una paccata – idem – di charme.


Precario, Laureato e Sfigato o affascinante?



L’Enfapi è finanziato dalla Regione Lombardia, la stessa regione che ha la sua parte politica, almeno per un numero cospicuo di esponenti, puntigliosamente annotata nei taccuini della magistratura e in cui era stato eletto Renzo Bossi, chiamato da suo padre la trota in luogo di delfino. Il giovanotto ricciuto, resosi famoso per la sua non brillantissima carriera scolastica – dobbiamo ai greci la definizione di eufemismo – e per alcune sfortunate apparizioni video  - nelle quali, rispettivamente, cerca di articolare il sostantivo pluralismo, inventa il verbo proséguere  e, ospite da Daria Bignardi, si mostra incapace di elencare tre valori  a cui ispirare la propria carriera politica - ha tentato in maniera moralmente fraudolenta – ovvero, attraverso il denaro e i contatti privilegiati di un partito chiaramente ispirato dalla lezione mafiosa – di conseguire la laurea in Albania. E qui ho avuto la seconda epifania: il laureato è sfigato ma – eccezione! – solo se non è in possesso delle giuste referenze – volevo dire raccomandazioni; in questo caso la laurea è semmai necessaria giustificazione del proprio approdo.

Lo devono aver saputo bene Luca Luciani, manager rinviato a giudizio per l’inchiesta sulle sim false Telecom e la turma di bocconiani che dirige attualmente il paese. Il primo, laureatosi all’università privata LUISS, ha raggiunto la fama per aver presentato Napoleone, una volta chiamato pure Napoletone, quale vincitore della battaglia di Waterloo, durante un discorso motivazionale tenuto ad agenti TIM, creando, in questo modo, un danno all’immagine aziendale – del quale ha dovuto scusarsi con tutti i dipendenti - e dubbi intorno ai requisiti con cui si selezionano i dirigenti in Telecom. Anzi, certezze: sicuramente tra i parametri analizzati dall’ufficio risorse umane sono escluse le nozioni storiche apprese alle elementari.

I secondi, presentatisi con la sicumera dei presuntuosi - nonostante la loro cultura istituzionalizzata sia stata acquistata alla Bocconi, altra università privata - stanno cambiando il paese accentuando le diseguaglianze economiche – invece che lenirle – e, di conseguenza, affossando i consumi e rendendo sempre meno credibile l’economia italiana agli occhi del mercato finanziario e degli investitori. E non voglio neppure addentrarmi nella questione degli esodati o dell’articolo 18.

Ma quelli che si son laureati all’università pubblica e che non godono di raccomandazioni fanno così schifo? Vista la situazione delle aziende e dello Stato non sarebbe l’ora di farci un pensierino? Lo dico perché ormai i neo laureati presso atenei pubblici non accampano più alcuna pretesa contrattuale, sono umili e pronti all’umiliazione – dicasi call center – quindi sarebbe un investimento a basso costo. Senza contare che non sono degli appestati ma, anzi, delle risorse, dato che possono mettere le conoscenze acquisite con l’impegno – e non comprate coi soldi – a disposizione delle aziende e della cosa pubblica.

Francesco C.

giovedì 26 luglio 2012

Quattro consigli per evitare Cliclavoro


Nelle navigazioni on-line alla ricerca di più o meno interessanti offerte di lavoro, credo che sia capitato a tutti noi disillusi cercatori d’oro di imbatterci nel portale ministeriale per chi cerca e offre lavoro su internet: Cliclavoro.
Qual’ è la sua particolarità? Ebbene il servizio è finanziato da noi contribuenti e, secondo quanto indicato in un articolo de Il Fatto Quotidiano del 25/06/2012, solo la parte di sviluppo e conduzione della piattaforma richiede 1,6 milioni di euro più iva a cui vanno aggiunti i costi di sette persone che lavorano a tempo pieno al servizio. Tale cifra ci sembra oltremodo spropositata, soprattutto se consideriamo la quantità di altri siti che svolgono tale servizio gratuitamente per l’utente e la quantità delle persone che accedono e usufruiscono dei servizi di Cliclavoro.

Ma stamani voglio essere ottimista e pensare che se l’attuale governo, in questi giorni seriamente impegnato nell’operazione di spending review, decide di mantenere in vita Cliclavoro, un motivo ci deve pur essere.

Sarà forse perché Cliclavoro offre al demoralizzato e senza più speranze lavoratore precario importanti suggerimenti come quelli dell’articolo quattro consigli per svolgere un’attività che non vi piace? Vediamoli nel dettaglio:

1. Mirate in alto. Se le persone si aspettano il meglio da voi da un’attività che non riesce a piacervi, allora abbattete i “pilastri della mediocrità”. Trovate l’ispirazione nell’autodisciplina e cercate la perfezione in tutto ciò che fate, perché lo sforzo che vi porta all’eccellenza a volte prende il via proprio dal fatto che si porta a compimento un’attività noiosa e frustrante.

Dopo essere stata invasa da un’ondata di esaltazione leggendo che bisogna cercare di abbattere i pilastri della mediocrità, in cui mi vedevo già ruotare su me stessa per ritrovarmi nei panni di una Wonder Woman pronta a combattere contro le raccomandazione e i fannulloni, ecco che la mia eroina volante viene abbattuta da una serie di vuoti paroloni tirati a caso: autodisciplina, perfezione, eccellenza e mi chiedo: ma chi ha scritto questa articolo a cosa stava mirando?

2. Trovate buoni motivi. Ammettiamolo, quanto si è costretti a svolgere attività lavorative poco gradevoli si tende sempre a ritardarle o a fare in modo di evitarle o non portarle a compimento, magari inventando delle scuse. Trovate, invece, sempre un buon motivo per intraprendere l’attività, pensando di concedervi un “premio finale” (una piccola pausa, un caffè) una volta che l’avrete portato a compimenti.

Una piccola pausa? Un caffè? A parte il fatto che questo consiglio stride violentemente con l’ultima riforma della pubblica amministrazione (n.d.r. Riforma Brunetta) ma stiamo parlando di lavoro o del decalogo del buon scolaretto, decisamente poco educativo, di una scuola materna?

3. Trovate il tempo. Quando fate cose che non vi piacciono è facile distrarsi oppure iniziare l’attività o proseguirla in modo non costante, frammentato e distratto, perdendo tempo e sprecando concentrazione. Se non avete delle rigide scadenze per i tempi di consegna, è preferibile utilizzare gli ultimi minuti o le ultime ore della vostra giornata lavorativa per i lavori poco piacevoli: uno sprint finale prima di andare a casa.

Con questo terzo consiglio non sono proprio d’accordo: ma vogliamo perderci la bellezza, per chi può, di distrarsi e perdersi nei propri pensieri? In un romanzo di Amélie Nothomb Stupori e tremori, la protagonista, un giovane donna francese che lavora in una grossa multinazionale giapponese, racconta di fuggire dall’angusto luogo di lavoro concedendosi degli “esercizi di defenestrazione”, che, sostanzialmente, consistono nel guardare fuori dalla finestra e perdersi nei proprio pensieri. Mi dispiace, ma io non rinuncio ai miei meritati “esercizi di defenestrazione” .

4. Focalizzare l’attenzione sul prossimo passo da fare. Indipendentemente da quanto sia noioso, ogni progetto, piccolo o grande che sia, vi condurrà sempre a una fase successiva. E il prossimo passo potrebbe essere un nuovo sbocco per obiettivi più grandi o progetti più ambiziosi. A volte, concentrarsi su qualcosa di più appagante aiuta a svolgere più facilmente e serenamente le attività tutt’altro che gratificanti.

Vabbè, come ho detto voglio essere ottimista e penso di concludere con un happy end, così ho deciso di considerare questo ultimo consiglio come un augurio per tutti noi che viviamo una situazione di precariato lavorativo: un buon auspicio per il futuro che verrà. Ma, soprattutto, spero che sia un augurio per il povero redattore di questo articolo che, costretto a scrivere un pezzo in cui non ha creduto fin dalla prima parola, possa impegnarsi in qualcosa di meno banale, ipocrita e più utile per chi, magari tutte le mattine, si rivolge ai portali sul lavoro con la speranza che, una volta tanto, possa trovare quell’occasione che gli permetterà di dare una svolta alla sua vita.

Sara C.

Wonder Precaria



mercoledì 25 luglio 2012

Avete presente gli Umpa Lumpa?

La Nestlè ha sempre suscitato in me dei profondi contrasti interiori.

Da una parte, le numerose critiche alla politica commerciale della più grande azienda del settore alimentare - ultima la condanna, insieme alla Tetrapack, per l’inquinamento del latte Nidina con Itx - che hanno sempre sollecitato l' idealista che è in me facendomi aderire alle svariate campagne di boicottaggio. Dall’altra, il Nesquik, il gelato fior di latte senza glutine, gli Smarties, il Galak, per non parlare di tutte quelle golosità cioccolatose e iper-caloriche della Perugina, mettono a dura prova la mia etica di consumatore consapevole.

Ma anche a  un’inguaribile cioccolato-dipendente come me viene voglia di urlare di nuovo al boicottaggio quando sente la proposta che la multinazionale ha avanzato ai dipendenti della Perugina: ridurre il proprio orario di lavoro da 40 a 30 ore settimanali in cambio dell’assunzione di un figlio con contratto flessibile. L’azienda ha definito questa proposta un “patto generazionale per favorire l’occupazione giovanile". La Cgil, sindacato di maggioranza nella fabbrica di cioccolato, risponde che “La proposta di Nestlè di barattare i diritti del lavoratori dello stabilimento Perugina di San Sisto, acquistati negli anni, con una prospettiva di lavoro, comunque flessibile, per i figli, è assolutamente inaccettabile oltre che impraticabile (…) prima di tutto perché non risolverebbe né i problemi occupazionali, né quelli della fabbrica”. Come da copione, gli errori di anni di cattivo management vanno a cadere sulle spalle dei dipendenti: con il meccanismo proposto dall’azienda, gli attuali operai si vedrebbero ridurre il salario di una quota che potrebbe arrivare al 40%, mentre lo stipendio di un nuovo assunto part-time non gli permetterebbe mai di rendersi autonomo.

Avete presente gli Umpa Lumpa del film La fabbrica di cioccolato?


Umpa Lumpa o Precari?


Willy Wonka, padrone di una grandissima fabbrica di cioccolato, trovò gli Umpa Lumpa ad Oompalandia, una regione di Oompa, una piccola isola situata nell’Oceano Pacifico. Gli Umpa Lumpa vanno pazzi per il cacao ma, sfortunatamente, nella loro terra riescono a trovarne solo un seme, tre massimo, all’anno. Così Willy Wonka offre loro di lavorare nella sua fabbrica dove potranno gustare cacao in abbondanza e gli Umpa Lumpa, felici dell’offerta, diventeranno lavoratori fedeli e operosissimi! Che dire, ormai i lavoratori sono considerati alla stregua di esotici omuncoli immaginari: presi per la gola da un inconsistente e precaria assunzione per un figlio e riconoscenti al buon padrone che ti tiene ancora al lavoro e ti permette di portare a casa il pane... ma senza cioccolato, perché quello se va nella riduzione! 

Chissà quando incominceranno a chiedere di fare qualche balletto:



Sara C.




Esposto alla Corte dei Conti per il bando pasquale


A seguito della decisione di ignorare le richiesta delle RSU dell'Università di Pisa, che chiedeva il ritiro di un bando di concorso per la formazione di una graduatoria per l'assunzione a tempo determinato e/o indeterminato di personale di categoria EP area amministrativo-gestionale, pubblicato sul sito dell'Ateneo il 7 aprile 2012 (vigilia di Pasqua), il Segretario Nazionale FLC-Cgil, Domenico Pantaleo, ha presentato un esposto alla Procura della Corte dei Conti in cui chiede che "siano verificate le modalità di reclutamento utilizzate dall'Università che, secondo il nostro parere, sono in contrasto con la normativa in vigore, e con quanto stabilito dalla legge in merito alla trasparenza nelle pubbliche amministrazioni".

Daniela Fabbrini, segretario generale della FLC-Cgil di Pisa afferma: "l'esposto intende compiere il primo passo pratico per ripristinare chiarezza e trasparenza nelle procedure di reclutamento al fine di tutelare gli interessi dei lavoratori, specialmente precari che rischiano di sopportare il peso delle decisioni dell'Università di Pisa".

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